Imparare dal flagello del bostrico
Nella sezione SCIENZE de "Il Tascabile" online ai primi di febbraio è stato pubblicato un interessante articolo a firma di Giulia Negri, su quanto è possibile imparare nella gestione del bosco a partire da quanto successo con l'epidemia del bostrico, che tanti danni ha causato nei boschi trentini.
L'articolo parte con la sua analisi commentando i danni causati agli abeti rossi delle Alpi dall'insetto Ips typographus, noto come bostrico. Sappiamo come questo insetto endemico abbia proliferato a causa della tempesta Vaia e della siccità estiva del 2022, causando la morte degli alberi. Viene sottolineata l'importanza della biodiversità e si discute di come la gestione forestale debba purtroppo adattarsi anche alla nuova realtà. Si mette in luce come il modello di bosco di abete rosso puro, tipico delle Alpi, sia stato in larga parte plasmato dall'intervento umano, e potrebbe non essere il più adatto dal punto di vista ecologico e della resistenza agli eventi catastrofici.
Si ricava così la necessità di una gestione forestale più diversificata per affrontare il problema e preservare la biodiversità. Inoltre, si richiama l'attenzione sulle conseguenze del nostro rapporto con la natura e sull'importanza di considerare le dinamiche ecologiche nelle decisioni di gestione del territorio.
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